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01 Dic 2024

Concistoro, ecco chi sono i 5 nuovi cardinali italiani

Sono cinque i cardinali italiani che saranno creati dal Papa nel concistoro del prossimo 7 dicembre. Quattro hanno meno di 80 anni e pertanto elettori in un futuro conclave.

L’unico porporato non elettore è Monsignor Angelo Acerbi, 99 anni: nato il 23 settembre 1925, diventerà il cardinale più anziano dell’intero Sacro Collegio superando il Cardinale argentino Estanislao Esteban Karlic, Arcivescovo emerito di Paranà, nato il 7 febbraio 1926. Vescovo da 50 anni, Acerbi è stato a capo delle nunziature apostoliche di Nuova Zelanda, Colombia, Ungheria, Moldavia e Paesi Bassi. Dal 2001 al 2015 è stato poi Prelato del Sovrano Militare Ordine di Malta.

Il primo italiano elettore nella lista redatta dal Papa è Monsignor Roberto Repole, Arcivescovo metropolita di Torino. 58 anni il prossimo gennaio, vescovo dal 2022, Repole è un teologo che si è formato tra Torino e la Pontificia Università Gregoriana, già presidente dell’Associazione Teologica Italiana. Ha curato la collana “La teologia di Papa Francesco”, ricordata in particolare per il caso della lettera di Benedetto XVI pubblicata con alcuni omissis e solo successivamente resa pubblica nella versione integrale. Monsignor Repole ha partecipato alle due sessioni del Sinodo sulla sinodalità, ed è stato tra i membri più attivi dell’assise, partecipando anche i forum della seconda sessione conclusasi un mese fa.

Il secondo presule italiano nella lista è Monsignor Baldassare Reina, che il giorno stesso dell’annuncio del concistoro – il 6 ottobre scorso – è stato nominato dal Papa suo Vicario Generale per la Diocesi di Roma. Successivamente – alla fine di ottobre – il Papa lo ha nominato anche Arciprete della Basilica di San Giovanni in Laterano. Siciliano, 54 anni compiuti due giorni fa, è stato eletto dal Papa vescovo titolare Acque di Mauritania e nominato – a sorpresa – ausiliare di Roma per il settore Ovest nel maggio 2022. Il 6 gennaio 2023, con la pubblicazione della Costituzione Apostolica In Ecclesiarum Communione, è stato promosso Vicegerente della Diocesi di Roma, mantenendo peraltro la responsabilità del Settore Ovest. Responsabilità questa che gli è stata ulteriormente confermata dopo la promozione a Vicario di Roma. Prima del suo arrivo a Roma solo due anni e mezzo fa, per lavorare nella allora Congregazione per il Clero, Monsignor Reina ad Agrigento era stato parroco e rettore del locale seminario maggiore. Ora, in qualità di Vicario di Roma, Monsignor Reina dovrà affrontare come primo banco di prova il Giubileo del 2025 ormai imminente.

Il terzo nome italiano è quello dello scalabriniano Fabio Baggio, 60 anni a gennaio, sottosegretario per la sezione migranti del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. La porpora assegnata a Padre Baggio ricalca in tutto e per tutto quella che il Papa aveva concesso al suo “collega”, il Cardinale Michael Czerny, che all’epoca della creazione cardinalizia nel 2019 era appunto anch’egli sottosegretario per la sezione migranti del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. E sarà lo stesso Cardinale Czerny il prossimo 11 gennaio a conferire la consacrazione episcopale a Padre Baggio. Incontrando i partecipanti al capitolo generale degli Scalabriniani, lo scorso 28 ottobre, Papa Francesco ha rivelato di aver voluto creare cardinale da tempo Padre Baggio ma aveva sempre ottenuto un rifiuto fino all’ultima volta quando il Papa si è imposto, pretendendo obbedienza.

Infine Monsignor Domenico Battaglia, Arcivescovo metropolita di Napoli. Il suo nome è stato annunciato solo in un secondo momento tramite un laconico comunicato della Sala Stampa della Santa Sede il 4 novembre scorso. Calabrese, 62 anni il prossimo 20 gennaio, Monsignor Battaglia – che in diocesi si fa chiamare semplicemente Don Mimmo – è stato nominato Arcivescovo metropolita di Napoli alla fine del 2020, è succeduto al Cardinale Crescenzio Sepe. In precedenza era stato vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti. Durante il suo ministero presbiterale ha guidato per oltre 20 anni a Catanzaro un centro per il recupero dei tossicodipendenti. Tra le sue figure di riferimento vi è senza dubbio il venerabile vescovo Don Tonino Bello. “E’ sempre stato per me – ha raccontato Monsignor Battaglia – un invito costante a guardare Gesù e a fidarmi di lui camminando al passo degli ultimi. Le sue parole tutt’oggi sono per me un’iniezione di speranza, un invito a scommettere ogni giorno la vita su Dio, amando la gente e i poveri, camminando con il bastone del pellegrino e la bisaccia del cercatore”.

(ACI Stampa)